Che siano celebri o no, in questo repertorio sono riprese tutte le beghine di cui ho trovato traccia. Rendiamo insieme omaggio a tutte queste tessitrice del movimento beghinale.
A volte i tratti della loro vocazione sono imprecisi o possono modificarsi col tempo, perché la vita stessa è mutevole e molteplici le modalità dei vissuti della scelta beghinale. Inoltre, elementi laici e religiosi si intrecciano in essa e le pressioni ecclesiastiche non sono assenti.
Ogni beghina menzionata nella lista dispone, o disporrà prossimamente, di una breve biografia. Per leggerla basta cliccare sul nome. Quando possibile, un link blu rinvia a una descrizione più ampia della loro vita. Ho scritto in rosso i tratti che ci autorizzano a includerle tra le beghine o vicine al movimento beghinale. Alcune biografie sono state preparate da altre persone che ringrazio per la loro generosa collaborazione. In questo caso, il loro nome è menzionato.
Sono ricordate sia le beghine tradizionali, sia quelle moderne, ma decedute, perché tutte appartengono alla stessa avventura. La lista sarà sempre incompleta perché la memoria è da costruire, tuttavia con quelle che già ci sono, siamo davvero in buona compagnia. Eccole :
Oggi, solo il Belgio conserva ancora un rilevante numero di beghinaggi e dal 1998 tredici di essi, sono stati classificati dall’UNESCO come patrimonio mondiale dell’umanità. Ne restano due anche in Olanda, ad Amsterdam e a Breda, e uno in Francia, a Cambrai, ed alcune tracce nelle Fiandre francesi. Il resto é solo opera di ricostruzione storica e cartografica.
Quello che abitualmente designiamo come beghinaggio si è imposto nelle Fiandre (oggi Olanda e Belgio) a partire dal 1240 come principale forma comunitaria di vita beghinale. Si riscontra anche che, laddove i beghinaggi sono diventati parrocchie, hanno avuto maggiore garanzia di continuità. È una delle ragioni che spiegano perché, benché i primi gruppi di beghine siano nati nella diocesi di Liegi, è soprattutto nel territorio fiammingo del Belgio che ne restano oggi tracce importanti.
Ricordiamoci tuttavia che i luoghi di vita delle beghine sono stati i più svariati: vicino a un monastero o a un lebbrosario, in case contigue nella stessa via, in eremitaggi vicini l’un l’altro fino a forme di vita solitaria in una cella o in seno alla propria famiglia e persino una vita errante, rapidamente vietata dalla Chiesa.
Presentiamo qui i beghinaggi storici. La ricerca in questo campo essendo ancora molto incompleta, ne consegue che la realtà del mondo beghinale resta insufficientemente conosciuta ed è stata certamente ben più importante di quanto qui presentato. Sulla realtà del Belgio, della Germania, dell’Italia, dell’Olanda, della Spagna e della Svizzera ulteriori informazioni sono qui di seguito disponibili. Per i beghinaggi moderni, rinviamo a quanto presentato in il movimento beghinale oggi.
in Belgio
I più recenti lavori di Pascal Majérus hanno rilevato l’esistenza di 300 beghinaggi in Belgio, con connotazioni diverse tra Fiandra e Vallonia.
Fondati per la maggior parte tra il 1230 e il 1280 – il XIII° secolo è il secolo d’oro del movimento beghinale – una trentina di essi sono sopravvissuti alle distruzioni. Tra questi ultimi, solo due si trovano in Vallonia (Liegi e Enghien), due nella regione di Bruxelles (Anderlecht e Bruxelles) e 26 nella zona fiamminga, così distribuiti: provincia di Anversa (Anvers, Herentals, Hoogstraten, Lierre, Malines (grande e piccolo beghinaggio) e Turnhout; provincia del Limburgo : Borgloon, Saint-Trond, Tongres e Hasselt; provincia delle Fiandre orientali: Alost, Termonde, Gand (grande e piccolo beghinaggio e beghinaggio di Mont-Saint-Amand-lez-Gand) e Audenarde; provincia delle Fiandre occidentali: Bruges, Dixmude et Courtrai; provincia del Brabante fiammingo : Aarschot, Diest, Louvain (grand béguinage et petit béguinage), Overijse et Tirlemont
in Francia
Sono esistiti diversibeghinaggi, soprattutto nel Nord, tra i quali a Aire sur la Lys, Arras, Bailleul, Beaune (al servizio del celebre ospedale fondato da Nicolas Rolin), Cambrai, Castelnaudary, Douai, Lille, St. Omer (21 conventi con 395 donne che vi vivevano nel 1322) e Valenciennes. Laura Swam scrive : “Tra il 1245 e il 1355, quindici beghinaggi erano presenti a Douai”, tra questi quello di Champfleury che con il suo florido ospedale, “crebbe fino ad includere almeno un centinaio di beghine” ( The winsdom of beguines, p.32)
A Parigi, il celebre grande beghinaggio fu fondato nel 1260 dallo stesso Luigi IX e fu chiuso nel 1471. Poteva ospitare circa 400 donne, vedove o giovani non sposate. A quell’epoca, Parigi contava anche dozzine di altri beghinaggio minori. Oggi, in questo luogo storico si trova il Lycée Charlemagne, accessibile dalla strada che porta lo stesso nome. Nelle vicinanze, la vecchia chiesa di San Paolo e San Luigi, già esistente all’epoca. Non lontano da lì c’è la “Place de l’Hôtel de Ville”. Nel 1310, era chiamata “Place de Grève” e conobbe il martirio al rogo di Marguerite Porete. Nulla ricorda questo tragico abuso, se non, per fortuna, un caffè in un angolo della piazza , il cui nome è per l’appunto “Café Marguerite” .
Andando verso sud, troviamo Belfort e poi Narbonne, Digne et Beziers. Il solo beghinaggio francese oggi visibile sembrerebbe essere quello di Saint-Vaast a Cambrai.
in Germania
A partire dagli anni 80, grazie a studi molto accurati e una metodologia di ricerca per zona promossa dalla confederazione Dachverband der Begine, si fa luce sulla presenza storica beghinale. Ciò ha permesso di identificare un impressionante numero di ubicazioni beghinali, come si piò vedere dalla cartografia realizzata da Frank-Michael Reichstein, reperibile sul sito della Federazione. (Kartographische Darstellung aus:Frank-Michael Reichstein: Das Beginenwesen in Deutschland. Berlin 2001).
L’intervista di Brita Lieb pubblicata in Neue Wege 7.8.2018 offre uno spaccato della ricerca storica in Germania e in altri paesi europei.
In Italia
Tre filoni di « vita beghinale » sono presenti nel contesto italiano : al Nord, le Humiliate (soprattutto in Lombardia); al Centro (soprattutto in Umbria) una molteplicità di espressioni di vita laica spiritualmente impegnata che vengono raggruppate col termine di Bizzoche o Pinzocchere. Dobbiamo a Romana Guarnieri e a Mario Sensi la realizzazione di numerose ricerche storiche su queste realtà. Infine, nel Sud, si espande soprattutto a partire dal XVI° secolo una forma particolare di bizzocaggio femminile detto “monache di casa” (che vivevano in famiglia o sole) desiderose di esprimere attraverso abiti “religiosi” la loro scelta di nubilato volontario. Queste monache di casa saranno poi distinte in bizzoche professe e bizzoche non professe o di devozione. Altre invece chiamate “monache di conservatorio” vivono insieme in istituti di opere sociali, sotto giurisdizione civile o ecclesiastica. (Vedi i lavori di Gabriele Tardio, Adriana Valerio e Giulia Boccadamo)
nei Paesi Bassi
Walter Simons ci segnala che tra gli anni 1240 e 1280 erano nate nei Paesi Bassi un centinaio di comunità beghinali. La progressiva scomparsa di questi luoghi tiene all’abbandono e alle distruzioni causate durante la rivolta olandese contro la Spagna (1565) e alle devastazioni operate dai Calvinisti durante le guerre di religione. Soli restano oggi i beghinaggi di Amsterdam e Breda, grazie alla speciale protezione a loro accordata dalla famiglia Orange-Nassau,
Amsterdam è meta dei molti turisti che quotidianamente lo visitano e punto di riferimento per i cattolici che abitano nel centro storico. Le sue abitazioni, secondo gli statuti, devono essere destinate a donne sole, di preferenza cattoliche.(da un’intervista del 5 maggio 2012 con Van Heyst, rettore del beghinaggio, pubblicata da Paola De Groot-Testoni in http://www.zenit.org/article-30499?l=italian)
Breda , piccolo e armonioso, col suo prato centrale originariamente usato per il lavaggio delle stoffe e della lana e diventato poi “hortus sempliciorum” per la coltivazione delle piante medicinali e aromatiche, mantiene anch’esso la sua funzione originale di luogo di abitazione per sole donne. Ha anche un’importante funzione museale (www.begijnhofbreda.nl)
in Scandinavia
Sia in Svezia che in Danimarca ci sono documenti che attestano la presenza di beghine, le quali però vivevano piuttosto fuori dalle città e vicino a monasteri maschili. Anche in questi paesi organizzarono infermerie per i poveri. Grazie ai lavori di Laura Swan, abbiamo tracce in Danimarca di beghine presenti a Roskilde a partire dal 1260 in poi, a Copenhagen dal 1270 e a Ribe (sul mare del Nord) dal 1290.
In Svezia, Ingrid di Skänninge (+1282) faceva parte di un gruppo di beghine che abbracciarono poi la spiritualità domenicana. Nel 1388, il vescovo Nicolaus Hermansson di Linköping acconsentì che le beghine dei dintorni di Vadstena continuassero il loro stile di vita. Esse però nel 1412 furono condannate dal vescovo Johan di Uppsala e nel 1506 spinte a partire dai monaci Brigittini che volevano espandersi sulle loro terre.
Secondo il medievalista Hans Joachim Schmidt, professore presso l’Università di Friburgo, dei beghinaggi esistevano nelle città di Friburgo ( a Romon, vicino a Friburgo c’è una “via delle beghine”), Einsiedeln, Losanna, Zurigo, Berna e Basilea, il più conosciuto, con 22 case di beghine nella metà del XIV° secolo. Pare anche che ce ne fossero in ambiente rurale, ma le ricerche sono difficili. (Fonte : trasmissioni “A vue d’Esprit”, RSR, radio suisse romande, realizzate da Bernard Litzler,dal 23 al 27 gennaio 2012).
Per approfondimenti, ecco l’interessante testo Beguines in Switzerland presentato da Brita Lieb durante il Beguinenreise 2018, viaggio di studio sul movimento beghinale in Svizzera, e tradotto in inglese da Gabi Bierkl. E ancora Beghine e Begardi di Martina Wehrli-Johns rintracciabile nel Dizionario storico della Svizzera.
E ancora se ne menzionano in Austria, Inghilterra, Lussemburgo, Polonia, e Ungheria.
I beghinaggi sopravvissuti, pur avendo caratteristiche spaziali comuni, hanno ciascuno un loro stile proprio. Il più piccolo, quello di Anderlecht, a ridosso della chiesa dei Santi Pierre e Guidon, ospitava 8 beghine. I più grandi, come il Ten Hove di Leuven o quello di Santa Elisabetta a Gent ne accoglievano a centinaia. La prossimità di un corso d’acqua facilitava il lavoro di lavaggio dei tessuti e della lana.
Il beghinaggio presenta una tipologia spaziale a quadrato o a scacchiera o un misto delle due. E’ cintato da mura e, a volte, circondato da un fossato.
Alla porta d’entrata, una beghina portinaia, ne controlla gli accessi. All’ora di chiusura tutte le beghine devono essere rientrate e tutte le visite uscite. Sopra il portone d’entrata c’è spesso la statua del o della patrona del beghinaggio. Al suo centro la chiesa. Tutt’intono si trovano le abitazioni individuali ad un piano con un giardinetto e dei decori devozionali che ne personalizzano l’entrata.
Il convento è l’abitazione collettiva delle non possidenti e la casa della Gande Dama è generalmente identificabile.
Ci sono poi l’Infermeria e la Tavola del Santo Spirito (distribuzione di alimenti e altri beni) e diversi elementi devozionali sparsi: piccole cappelle, pietà, statue, calvari… per favorire un clima di raccoglimento e di preghiera. Se il beghinaggio vive anche di lavori agricoli ci possono essere rimesse o altre costruzioni di carattere economico. Le sepolture trovano spazio nella chiesa o intorno ad essa.
Chi oggi visita un beghinaggio storico prova un sentimento di interiorizzazione, di calma, di riposo, dovuto anche alle normative imposte alle costruzioni, cosa che ha reso questi luoghi i primi a disporre di criteri d’urbanismo. E se le pietre hanno anch’esse una memoria, attraverso queste vestigia è anche la spiritualità di queste donne che ci viene tramandata.
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BBC (radio Four) presenta un podcast di circa un’ora dedicato a Julian di Norwich, basato su diverse interviste di esperti/e https://www.bbc.co.uk/programmes/m001rgs4 (segnalato da Graham Keen)
I Canti di Hadewijch, presentazione dell’edizione integrale dei canti, curata da Francesca Barresi, con la presenza del gruppo di musica medioevale Murmur Mori, Fondazione Lercaro, Bologna, 16 gennaio 2024 https://www.youtube.com/watch?v=pNrrPEJI_uc
L’identità delle beghine storiche presentazione di circa 30 minuti realizzata da Silvana Panciera, il 10 giugno 2023 presso Il giardino delle beghine di Mantova per precisare i tratti identitari delle beghine storiche https://youtu.be/yB95Y5ceq1E
Le beghine- Incontro con Adriana Valerio e Silvana Panciera,
organizzato da Gabrielli Editori il 19 ottobre 2022, https://youtu.be/ncAzHaDCSYQ
Articoli e libri in ordine alfabetico per autore. Se al titolo è collegato un link, ciò significa che una breve sintesi o il testo stesso sono disponibili.
Potete anche voi collaborare per rendere questa lista più completa, inviando ulteriori riferimenti bibliografici a : info@beguines.info
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Con la morte dell’ultima beghina al mondo, Marcella Pattijn, il 14 aprile 2013 nella casa di riposo Sint-Jozef a Kortrijk (Belgio), si è chiusa l’epopea storica del movimento beghinale. Un movimento affiorato nel fervore religioso che caratterizzò la fine del XII° secolo, ma soprattutto il XIII° , contribuendo a promuovere quella che il grande storico medioevalista Raoul Manselli definì “la seconda evangelizzazione dell’Europa”.
Ancora poco e distortamente conosciuto, nonostante la sua incisiva eredità storica, il movimento delle beghine sembra tuttavia rigenerarsi attraverso nuove attuali esperienze di vita comunitaria che ad esso si ispirano. A volte vi si riferiscono attraverso l’appellativo come per esempio Le jardin du Béguinage (Il giardino del beghinaggio) a Etterbeek (Bruxelles) o il Beginenhof(Beghinaggio) a Berlino, ma altre volte integrano nella loro proposta una o più dimensioni che hanno caratterizzato la vita stessa delle beghine storiche .
Recensiamo per zona geografica, le attuali iniziative emergenti che traggono ispirazione dalla storia beghinale:
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