registrate nel 2015 all’Abbazia
Keizerberg a Leuven
HADEWIJCH d’Anvers, Les chants, Éditions de Veerle Fraeters et Franck Willaert avec une reconstitution des mélodies par Louis Peter Grijp, Préface de Jacques Darras, Traduction du (moyen) néerlandais par Daniel Cunin, Albin Michel, 2019
In questa sezione sono elencate le biografie dei più famosi ammiratori, e perciò anche protettori, delle beghine. Come già per i ritratti delle beghine, anche qui la lista sarà sempre incompleta e incompiuta. I nomi degli uni e delle altre sono in genere presentati in lingua originale.
Cominciamo ricordando che è stato grazie a questi uomini, a volte anonimi, che siamo oggi in grado di conoscere le Vitae delle seguenti beghine, alle quali è associato il loro biografo :
Beghina Biografo
Marie d’Oignies (+1213) Jaques de Vitry e Thomas de Cantimpré
Odilia di Liegi (+1220) Anonimo canonico di St Lambert di Liegi
Juetta di Huy (+1228) Hugo di Floreffe, premostratense
Christine de Saint trond (+1228) Thomas de Cantimpré
Christine de Stommeln (+1312) Pierre de Dacie
Ida di Nivelles (+1231) Goswin di Bossut, cistercense
Ida di Leuven (+dopo il 1231) Anonimo cistercense
Margherita d’Ypres (+1234) Thomas de Cantimpré
Julienne de Mont –Cornillon (+1259) Anonimo chierico di St Martin di Liegi
Ida di Gorsleeuw (+dopo 1262) Anonimo cistercense
Beatrice di Nazareth (+1268) Anonimo cistercense
Chiara da Rimini (+1326) cardinale Giuseppe Garampi (+1792)
Maria Petyt (+ 1677) Michael de St. Augustin (+ 1684)
Ecco una prima lista dei loro ammiratori-protettori. Cliccando sul loro nome, potrete leggere una loro breve biografia :
Adolphe de LA MARCK (1288-1344)
Vescovo di Liegi, protegge le beghine intervenendo presso il papa Giovanni XXII e con iniziative in loro favore nella sua diocesi. Il 13 agosto 1318, grazie alle insistenze di generosi protettori (tra i quali lo stesso vescovo Adolphe de La Marck), Giovanni XXII con la sua bolla “Ratio recta” annulla la condanna promulgata sei anni prima contro le beghine dei Paesi Bassi e della regione di Liegi.
Cesarius di HEISTERBACH (1180-1240)
È stato abate e scrittore tedesco, priore della ex abbazia cistercense di Heisterbach. Cesarius ha parlato delle beghine in termini molto elogiativi come lo ricorda Walter Simons nel suo magnifico libro Cities of Ladies : “Cesarius di Heisterbach, un monaco cistercense residente nella regione di Colonia e ben informato sugli avvenimenti dei Paesi Bassi, ha affermato che “benché queste [sante] donne, che sappiamo essere molto numerose nella diocesi di Liegi, vivano tra il popolo portando vesti come i laici, esse superano molti conventi nell’amore per Dio. Esse vivono la vita eremitica tra le folle, spirituale tra i mondani e verginale tra quelli che cercano il piacere. Dato che la loro battaglia è più grande, la loro grazia pure, e una più grande corona le aspetta” (p.35)
Dieudonné DUFRASNE (1938-2017)
Dieudonné Dufrasne era nato nel 1938 a Cuesmes nel Borinage carbonifero belga. Divenuto monaco benedettino nel 1959 e poi ordinato sacerdote nel 1963, Dieudonné era uno dei fondatori del monastero di Clerlande dove il 27 ottobre 2017 si è celebrato il suo funerale. Là si era soprattutto interessato al rinnovamento liturgico, ma anche all’animazione di gruppi e alla generosa personale accoglienza di cui anch’io avevo potuto avvalermi nel corso delle mie ricerche sulle beghine. Il suo nome resterà unito alla pubblicazione nel 2007 di Libres et folles d’amour, una delle prime opere divulgative sul movimento beghinale, in seguito poi tradotto anche in italiano con il bel titolo Donne moderne del Medioevo. Un libro in cui si palesa la sua profonda ammirazione per l’audacia amorosa delle beghine e in cui ce ne presenta tre di esse : Mechthild di Magdebourg, Hadewijch e Marguerite Porete. Dieudonné è stato “Un uomo di Dio vicino alla gente. La sua dolcezza, la sua intelligenza, la sua giusta parola exprimono quanto gli stesse a cuore di essere testimone di un Dio che si è fatto carne nelle nostre gioie e nelle nostre pene“, scrive Marcela Lobo in uno dei 52 testi commemorativi .
ECKHART Mastro (ca 1260-1328)
Forse si chiamava Giovanni, era nato a Hochheim, in Turingia, intorno al 1260, da una famiglia della piccola nobiltà. Entrato nell’ordine domenicano, svolge il suo noviziato a Erfurt, poi nel 1285 è inviato a Colonia allo Studio generale domenicano, dove avevano operato Alberto Magno (+1280) e Tommaso d’Aquino (+1274).
Il 18 aprile 1294 è a Parigi come lettore delle Sentenze di Pietro Lombardo, primo incarico di insegnamento, in forza del quale si conseguiva la licenza per il dottorato in teologia, condizione per una cattedra. Fu anche lui, come Tommaso d’Aquino, per 2 volte magister actu regens, ordinariato dell’università di Parigi. L’ultima fase di insegnamento la svolge a Colonia. Scrive in lingua volgare 4 trattati e circa 120 sermoni.
Mastro Eckhart fu anche uomo di governo : dal 1294 al 1298 priore del convento di Erfurt e vicario della Turingia. Nel 1303, priore provinciale della provincia domenicana della Sassonia. Poi nel 1307 di quella di Boemia e nel 1324 a Strasburgo ricopre l’incarico di vicario generale con la giurisdizione sui monasteri femminili dell’Ordine dei predicatori.
Lui stesso grande predicatore, gli si rimproverava di predicare ai laici in lingua tedesca le grandi riflessioni teologiche. In seguito a una denuncia mossa da due domenicani, calunniatori e intriganti, che contestavano il suo modo di predicare, l’arcivescovo di Colonia, Enrico II di Virneburg, nel 1326, dà inizio a un processo di inquisizione nei confronti di Maestro Eckhart, Egli allora fa appello alla sede apostolica di Avignone, dove si svolgerà il processo. Muore nel 1328 durante il viaggio. Il 27 marzo 1329, papa Giovanni XXII promulga la Bolla In agro dominico, con la quale condanna ventotto proposizioni tratte dalle sue opere.
Grande figura della mistica renana, durante i 10 anni del suo mandato di Vicario generale dell’ordine Domenicano a Strasburgo, protegge le beghine e interviene in loro sostegno. In seguito sarà assiduo frequentatore del beghinaggio di Colonia. Come nota Jacqueline Kelen nel suo libro su Hadewijch, Mastro Eckhart trasse molti spunti dalla mistica beghinale che seppe in seguito sviluppare (approfondimento della vita interiore, unione contemplativa senza intermediari, deificazione, annichilimento nell’Uno,…).
Foulque de TULOUSE(ou de MARSEILLE) (c.1155-1231)
Nasce da una famiglia genovese stabilitasi a Marsiglia. Dopo essere stato mercante e poeta, diviene monaco cistercense, dato che il suo amore per Eudoxie de Montpellier non era stato corrisposto. Così, nel 1195, scrive il suo ultimo poema e entra nell’Ordine. Sarà poi vescovo di Tolosa e parteciperà alla crociata contro gli Albigesi. Cercando rifugio a Liegi scopre le beghine da cui sarà molto colpito e che porterà in esempio. Provvisoriamente rifugiatosi a Oignies, insiste presso Jacques de Vitry affinché scriva la Vita di Marie, dato che la considera “defensor Dei” ed esempio efficace nella lotta contro i Catari. Per questo Jacques gli dedicherà quest’opera.
Gabriele TARDIO (1954-2013)
Gabriele Tardio, è nato a San Marco in Lamis (Foggia) il 27 Settembre 1954 ed è prematuramente scomparso il 18 Giugno 2013. Si è adoperato per la sua terra, per diffonderne la cultura, per condividere la sua fede, per dare continuità alla sua storia. Tra i suoi lavori, troviamo diversi studi che riferiscono di bizzocche, monache e eremite nelle zone di sua conoscenza e ad alcuni riti devozionali tipici di quel contesto. Tutti i suoi studi sono messi gratuitamente a disposizione del pubblico.
È stato una figura di riferimento nel gruppo scout a lui affidato, ricercatore e studioso, tenuto in grande considerazione dagli “addetti ai lavori”, uomo intriso di una spiritualità semplice, ma robusta, che lo ha sempre sostenuto nelle sue scelte di vita, si è sempre contraddistinto per l’impegno attivo nelle situazioni di emergenza e per l’attenzione agli ultimi, facendosi carico anche delle loro esigenze fisiche. L’amore per le sue origini lo ha sempre riportato nel suo paese anche dopo il noviziato ad Assisi e la permanenza a Teora tra i terremotati e gli sfollati del terribile sisma dell’80. Stabilitosi nella casa di famiglia, nei pressi di Stignano, ha continuato, come raccontano i suoi amici della “Valle degli eremi”, a far storia con “i piedi” solcando ogni sentiero e ogni fratta che lo potesse portare a capire e scovare un pezzo del puzzle della nostra cultura.
Una particolare attenzione dedicò allo studio della tradizione delle fracchie che lui viveva come vero momento di devozione verso l’Addolorata e come anello di continuità tra le diverse generazioni di questo popolo. Numerose sono le sue pubblicazioni che ha messo gratuitamente a disposizione di tutti. Infatti scriveva: “la cultura è gratis, non ha prezzo… la ricerca serve a stimolare altro sapere perciò chi vuole arricchirci ci dia parte del suo sapere”. Il suo negozio di ferramenta si trasformò per tutti in un “salotto culturale” dove, tra un cacciavite e un trapano, si gettavano le basi per progetti futuri. (sua foto in images/beghine/ammiratori)
(Fonte, testo interamente ripreso da https://www.lefracchie.eu/index.php/gabriele-tardio )
Geert GROTE (1340-1384)
Canonico e notabile nella città olandese di Deventer, Geert Grote conosceva molto bene il mondo delle beghine e molto probabilmente se ne ispirò per la fondazione della Devotio Moderna, un movimento – i fratelli e sorelle della vita comune- per un cristianesimo povero, personale e laico che ebbe molto successo in Belgio, Olanda e Germania occidentale ed è considerato una delle anticipazioni della Riforma. Le Sorelle della Devotio avevano come soprannome il termine beghina, ma a differenza di queste, vivevano in comunità di beni (Charles Caspers, Breda, 2017).
Grote aveva in grande stima le beghine che pur non pronunciando voti perpetui vivevano in semplicità evangelica e non erano certo da meno dei religiosi.
Goswin de BOSSUT (XIII)
Cistercense dell’abbazia di Villers, è il presunto autore della Vita di Ida di Nivelles e forse di altre biografie. Dei contatti intensi, informali e non istituzionali, esistevano infatti tra i monaci di Villers e le beghine della zona di Nivelles-Oignies.
Guiard de CRESSONESSART ( XIII- XIV)
Chierico della diocesi de Beauvais, fu incarcerato nel 1308 e condannato nel 1310 al carcere a vita per aver aiutata e difeso Marguerite Porete. Romana Guarnieri così scrive di lui: “Strenuo difensore della “vita apostolica”, si dichiara inviato da Cristo a sostenere e salvare quei fedeli che tutto hanno dato e vivono in perfetta povertà, e per questo vengono perseguitati”
Guido de NIVELLES (+1227)
Sacerdote, cognato di Marie d’Oignies, fu il cappellano del lebbrosario di Willambroux, quando anche Marie e il marito vi si trovavano. In seguito officiò nella cappella dell’adiacente comunità beghinale fino alla sua morte avvenuta nel 1227.
Hugues de PIERREPONT (+1229)
Principe vescovo di Liegi dal 1200 al 1229, accoglie e promuove nella sua diocesi il movimento penitenziale femminile, di cui Marie d’Oignies è una delle figure più note.
Jacques PANTALÉON (1195-1264)
Arcidiacono di Liegi, era grande ammiratore di Julienne, la beghina-reclusa di Mont-Cornillon, più tardi monaca agostiniana, la quale, in seguito a una visione, promuove la Festa del Corpus Domini. Egli la sosterrà presso l’allora vescovo di Liegi, Robert de Thourotte. Divenuto poi lui stesso papa, Urbano IV (1261-64), con la sua bolla «Transiturus de hoc mundo», nel 1264, ufficializzerà questa festa prescrivendola a tutta la chiesa.
Jacques de VITRY (1170-1240)
Originario di Vitry-sur-Seine (Reims), parroco d’Argentueil, « magister parisiensis », canonico regolare a Saint Nicolas d’Oignies, arcivescovo d’Acri (1216), ausiliario del Vescovo-Principe di Liegi, cardinale vescovo di Frascati (1228), muore a Roma nel 1240. Accompagnò i crociati nell’assedio di Damietta (1218).
Grande difensore delle beghine, contribuì a sostenerle e a farle riconoscere dall’autorità ecclesiastica. Jacques de Vitry fu colpito dalla figura di Marie d’Oignies, di cuis scrisse una « vita » in vista della beatificazione. Era partito da Parigi, dove era maestro de teologia. “Stanco di studi aridi e di mondanità e assetato di vita interiore, aveva finito per stabilirsi vicino a lei (Marie) come canonico del piccolo e povero priorato agostiniano” (Romana Guarnieri, Donne e chiesa tra mistica e istituzioni, p.76). Profondamente colpito dalla sua saggezza, abbandonò l’insegnamento per diventare un umile predicatore itinerante. D’ora in poi Marie sarà l’ispiratrice di tutti i suoi sermoni. Per Jacques donne come Marie potevano salvare la cristianità dalla minaccia eretica.
Jan van RUUSBROEC o RUYSBROEC o RUYSBROECK (1293-1381)
Frequenta molto da vicino l’ambiente beghinale, dato che sua madre trascorre gli ultimi anni di vita nel beghinaggio di Bruxelles, dopo aver lasciato il villaggio di Ruysbroeck per essere vicina al figlio che stava per diventare sacerdote presso la Cattedrale di Ste Gudule a Bruxelles. Lo stesso Ruusbroec assume la guida spirituale di una comunità di beghine di Bruxelles. Dopo 20 anni di servizio parrocchiale, si ritira a Groenendal con altri due compagni per vivere una vita più contemplativa. “Quando la si riferisce al quadro dell’epoca, la fondazione di Goenendal può apparire come altra cosa dal desiderio di una vita spirituale al riparo dalle preoccupazioni e dagli incarichi parrocchiali. Era prendere la giusta strada tra la corruzione del clero e la sregolatezza dei folli d’amore in rottura con la Chiesa” (Claude-Henri Rocquet, p.45)
Infatti così si esprime Ruysbroeck nel suo Del tabernacolo spirituale: “Guardate i principi della Chiesa e ditemi se sono bravi pastori. I loro palazzi sono pieni di servitori. Da loro abbondano grandezza e potenza, ricchezza del mondo. La loro tavola crolla di piatti e di nettare, i loro armadi e i loro bauli sono pieni di vestiti preziosi e di gioielli, hanno in abbondanza tutto ciò che la terra offre di più magnifico. Ma non hanno mai abbastanza e più ricevono, più vogliono. Sono simili al miserabile mondo affamato di beni terrestri perché non ha il gusto di Dio” Molti tratti della sua spiritualità sono di origine beghinale. Paul Verdeyen affirma che « ha dovuto essere molto influenzato dagli scritti della beghina Hadewijch e possiamo addirittura affermare che Ruusbroec e i suoi confratelli hanno « salvato » la posterità letteraria di Hadewijch. Dato che, chiunque conosce la storia degli scritti femminili di quest’epoca, sa che la beghina Hadewijch ha dovuto far fronte a numerosi problemi”. Dolce, umile, luminoso, solitario, è il certosino Denys che, nel XV° secolo, lo soprannomina l’Ammirabile per la profondità e la quantità delle sue opere scritte in lingua materna, il thiois, il vecchio fiammingo.
Una ben diversa lettura ne viene data da Jacqueline Kelen che gli rimprovera di aver “espropriato” Hadewijch senza averla citata una sola volta.
Fonti : Les activités de Ruusbroec à Bruxelles, conferenza di Paul VERDEYN s.j. il 14 febbraio 1998 – Claude-Henri ROQUET, Petite vie de Ruysbrouck, Desclée de Brouwer, Paris, 2003 – Jacqueline KELEN, Hadewijch d’Anvers ou la voie glorieuse, Albin Michel, 2011
Jean de NIVELLES (+ poco dopo 1219)
Importante figura dell’ambiente ecclesiastico di Liegi, si ritirò poi nel monastero di Oignies, tra il 1215 e 1219. Ebbe considerevole influenza sullo sviluppo del primo nucleo di beghine a Liegi, senza esserne per altro il fondatore. Jacques de Vitry diceva di lui che era “luce, maestro e padre spirituale dell’intera diocesi”.
Lambert LE BÈGUE (1131 – 1180 o1187)
Sacerdote di Liegi da cui alcuni hanno fatto erroneamente derivare il nome di “beghine”, mentre sarebbe più corretto supporre che l’epiteto “Le Bègue” gli fosse attribuito per sua protezione verso le beghine. Fu anche considerato fondatore del movimento beghinale in seguito a un’idea emersa in ambiente clericale intorno al 1250 per affermarne la preminenza maschile. Secondo il professore D’Haenens, l’epiteto Bègue sarebbe Bège e farebbe allusione all’abito di lana grezza che portavano Lambert e i suoi discepoli. Fu arrestato, maltrattato e imprigionato nel castello di Revogne-lez-Rochefort, poi portato in prigione a Roma per aver predicato contro gli scandali e la simonia della Chiesa di Liegi. Pare che avesse inviato al papa Callisto III un testo critico – l’Antigraphum Petri (la difesa di Pietro) – in cui denunciava il lassismo dei preti. A quel tempo, molti chierici vivevano apertamente con le loro spose.
La traduzione in lingua vernacolare degli Atti degli Apostoli (tradotti in rima perché la gente analfabeta potesse memorizzarli più facilmente), di alcuni testi del Nuovo Testamento e di Vite di Santi, tra le quali quella di Santa Agnese, gli valsero una condanna e la prigione. Ma riabilitato dal papa Callisto III al quale aveva inviato un’apologia in sua difesa, ritornò a Liègi dove morì poco tempo dopo (nel 1180 o 1187 secondo le fonti). Poco prima della sua morte, avrebbe fatto erigere a sue spese una chiesa a San Christophe e alcune casette destinate ad accogliere delle donne desiderose di vivere sotto la sua direzione, al riparo dal mondo o, come altri dicono, una casa ritiro per donne sole, vedove dei crociati. (Fonti: J.Delmelle, Lemmens, p. 103-105, Simons)
Louis IX (santo) (1214-1270)
Diviene re di Francia all’età di 12 anni. Conduce due crociate (VII e VIII). Nel 1260 fonda il grande beghinaggio di Parigi che pone direttamente sotto la sua protezione e di cui affida la prima direzione a una « Magistra » fiamminga, Agnès de Orchies. Questo beghinaggio, che sarà chiuso nel 1471, poteva ospitare circa 400 donne, vedove o giovani nubili.
Louis MASSIGNON (1883-1962)
Orientalista e teologo francese, grande conoscitore dell’islam e in particolare della sua mistica. Fu molto colpito dalla beghina Christine di Sint-Truiden (+1224), santa sencondo Massignon, beata secondo Pio IX (nel 1857). Su invito del p.Van Straeten, rettore dei Redentoristi che conservano le reliquie della santa e prestano servizio nel santuario di Steenart, Louis Massignon prepara uno studio e una conferenza per il giovedi 24 luglio (giorno della morte) 1924, nel 7° centenario della sua morte. Questo testo sarà poi pubblicato nella rivista La Cité chrétienne e nel 1950 in un volume d’omaggio. La figura di Christine colpisce Massignon su diversi piani, personali e spirituali. Nel Gedenkboek pubblicato nel 1950 leggiamo: “L.Massignon professore al Collège de France, che nel 1924, in occasione del 7° centenario della morte della santa Christine, aveva domandato di poter glorificare la santa in riconoscenza della grazia della sua conversione che egli attribuisce alla nostra vergine di Saint-Trond” (p.350). Sul piano scientifico e spirituale, il testo approfondisce la sua riflessione sui temi della sostituzione, dell’oblazione riparatrice di “vittime speciali” e permette a Massignon di “polemicare” sui temi del miracolo e dei fenomeni soprannaturali. (Fonte: MASSIGNON Louis, Ecrits mémorables, Tome I, Laffont, Paris, 2009)
Mario SENSI (1939-2015)
Nasce ad Assisi nel 1939, è ordinato sacerdote nel 1963 e subito dopo nominato parroco di Colfiorito. Dottore in teologia (1967) e poi Dottore in filosofia (1970), nell’ottobre 1988, riceve l’incarico di docente di Storia della Chiesa presso la Pontificia Università Lateranense, divenendo, nel 2002, professore della cattedra di Storia della Chiesa antica e medievale. Dall’ottobre 2009 è stato professore emerito. Ha fatto emergere nella storia con una minuziosa perizia tante comunità bizzocali dell’Italia Centrale. A lui si devono le monografie più complete di queste esperienze, nate “da duro studio solitario, lento, silenzioso, indefesso” come ebbe a dire Romana Guarnieri, sua grande amica. L’opera, in due volumi, che le riassume è « Mulieres in Ecclesia ». Storie di monache e bizzzoche, Centro italiano di studi sull’alto medioevo, Spoleto, 2010
Sin dal lontano 1960, Mario Sensi, allora seminarista ventenne, si imbatté nelle bizzoche duecentesche e esplorò vari archivi parrocchiali e diocesani facendo emergere “dalla fitta nebbia un paesaggio affascinante, abitato da una folla di figure femminili minori…tutte legate tra loro da una commovente solidarietà “di genere”, attestata da innumerevoli testamenti, dettati da donne facoltose a favore di altre donne più povere di loro, pie le une, pie le altre” (Guarnieri, p.408). In Umbria erano moltissime. Fu anche dinamico animatore dell’Associazione archivistica ecclesiastica.
Pierre de DACIE
È uno degli scrittori più importanti in lingua latina della letteratura svedese. Pierre nasce a Visby (Isola di Gotteland) tra il 1230-1240. Intorno al 1250 entra come novizio nel convento dei frati predicatori della sua città natale (il termine “domenicani” sarà in uso solo a partire dal sedicesimo secolo), dove pronunciò i suoi voti. È di temperamento nevrastenico, con una personalità dedita al rigore della disciplina domenicana. L’incontro con la beghina Christine de Stommeln nel 1267 a Cologna, dove termina i suoi studi presso lo Studium fondato da Alberto Magno, sconvolgerà la sua vita spirituale. Accade quando il 20 dicembre 1267, introdotto dal confratello Walter, va a visitare questa beghina che conosce estasi, allucinazioni e stimmati. Tra il 1267 e il 1269, Pierre incontra Christine 13 volte e poi va a studiare a Parigi presso Tommaso d’Aquino, dove rimarrà più di un anno e da lì inizierà una corrispondenza che finirà solo alla sua morte. Di ritorno da Parigi incontra Christine per la quattordicesima volta il 29-09-1270. Rientra in Svezia dove insegna filosofia e teologia e sarà priore in diversi monasteri. Approfittando di un viaggio a Colonia, dove si è recato per i suoi problemi cardiaci, farà una quindicesima visita a Christine che tenterà di portare in Svezia a tre riprese.
Un’ultima visita avrà luogo nel 1287 al suo ritorno dal capitolo generale di Bordeaux. Nel 1288 la sua salute diminuisce. Muore durante la Quaresima del 1289. Christine gli sopravvive durante 23 anni. Pietro scrisse la Vita di Christine, fece i resoconti delle sue visite e collezionò 38 loro lettere (quelle di Chrsitine sono dettate ai suoi confessori).
Il rapporto con Christine lo ha aiutato a superare la sua naturale malinconia e ad esprimere una forma di lirismo, più ispirato ai salmi che al dolce stil novo. Ernest Renan era interessato a questo “idillio monastico”, gioiello dell’amicizia spirituale.
Robert de SORBON (1201-1274)
Nasce in una famiglia di contadini in un piccolo comune delle Ardenne. Studia per divenire sacerdote, sarà poi promosso dottore e provvisto di una canonica nella chiesa di Cambrai. I suoi sermoni e le sue conferenze gli valgono una così buona reputazione che il re san Luigi (Louis IX) lo sceglie come cappellano e forse anche come confessore. È il fondatore della Sorbona dove i laici che studiano teologia possono essere sgravati dalle difficoltà materiali. Il romanzo La notte delle beghine ci fa sapere che Robert de Sorbon teneva dei sermoni nel grande beghinaggio di Parigi e difendeva le beghine. Lo storico Grundmann scrive che “Alla metà del XIII° secolo, all’Università di Parigi, due teologi insegnavano l’uno vicino all’altro: l’uno, Robert de Sorbon, vedeva le Beghine e i Papelardi come persone particolarmente pie, che proprio per la loro pietà autentica e fervente erano disprezzate e derise dai sostenitori di una vita mondana; l’altro, Guglielmo di Saint Amour, fanatico oppositore di tutto il movimento pauperistico, scagliava i suoi veementi insulti e le sue insinuazioni piene di scherno contro le Beghine e i Papelardi” (Grundmann, Movimenti religiosi nel medioevo, Il Mulino,1974 p.339)
Thomas de CANTIMPRE (+1272)
Di una generazione più giovane di Jacques de Vitry, Thomas de Cantimpré nasce a Bellingen nel Brabante fiammingo (sud di Bruxelles) intorno al 1200. Figlio di una nobile famiglia, destinato a diventare prete, a 6 anni è inviato all’Abbazia di Cantimpré e frequenta fino ai suoi 17 anni i corsi della scuola capitolare della cattedrale dove sarà ufficialemente integrato a questa comunità di canonici regolari e riceverà l’ordinazione sacerdotale nel 1223. L’entrata di Thomas tra i domenicani nel 1232 segna una nuova tappa: prende l’abito nel convento di Leuven dove vivrà quasi sempre, eccetto brevi soggiorni a Parigi, Treviri e Colonia. Seguendo lo spirito domenicano il nuovo religioso riprende immediatamente i suoi studi: a Colonia presso San Tommaso d’Aquino e Alberto Magno poi a Parigi nel convento di Saint-Jacques. Nel 1246 ritorna a Leuven dove esercita la funzione di sotto-priore e di lettore, poi di predicatore generale per una regione che copre parte della Germania, del Belgio e della Francia. Predicatore bilingue, percorre le Fiandre da est a ovest e anche la Francia per predicare contro gli Albigesi. Muore un 15 maggio senza dubbio verso il 1270-1272. A lui si devono varie agiografie di beghine (Béatrice de Nazareth, Christine de St Trond, Marguerite d’Ypres, le supplément à la Vie de Marie d’Oignies…). Ma la sua più celebre opera è Il libro delle api , un trattato di religione e di morale pratica nel quadro di un’allegoria sulle api. Vi si colgono elementi di antropologia, zoologia, botanica, mineralogia, astronomia, astrologia e metereologia.
Che siano celebri o no, in questo repertorio sono riprese tutte le beghine di cui ho trovato traccia. Rendiamo insieme omaggio a tutte queste tessitrice del movimento beghinale.
A volte i tratti della loro vocazione sono imprecisi o possono modificarsi col tempo, perché la vita stessa è mutevole e molteplici le modalità dei vissuti della scelta beghinale. Inoltre, elementi laici e religiosi si intrecciano in essa e le pressioni ecclesiastiche non sono assenti.
Ogni beghina menzionata nella lista dispone, o disporrà prossimamente, di una breve biografia. Per leggerla basta cliccare sul nome. Quando possibile, un link blu rinvia a una descrizione più ampia della loro vita. Ho scritto in rosso i tratti che ci autorizzano a includerle tra le beghine o vicine al movimento beghinale. Alcune biografie sono state preparate da altre persone che ringrazio per la loro generosa collaborazione. In questo caso, il loro nome è menzionato.
Sono ricordate sia le beghine tradizionali, sia quelle moderne, ma decedute, perché tutte appartengono alla stessa avventura. La lista sarà sempre incompleta perché la memoria è da costruire, tuttavia con quelle che già ci sono, siamo davvero in buona compagnia. Eccole :
Dominique Costermans, Béguines et béguines. Des femmes qui ont marqué l’histoire de la Chrétienté, L’Appel juin 2022
Huanan Lu, Le béguinage Ste-Élisabeth à Valenciennes (XIIIe-XIVe siècles), Tesi di dottorato in Storia e civiliazzazioni, sotto la direzione di Sylvain Piron, discussa il 30-09-2021 a Parigi, EHES . Consultabile da qui online
Elena Botinas Montero e Julia Caballero Manzanedo, Le beghine. Libertà in relazione, 2004-2008 Duoda, Centro di Ricerca delle Donne. Università di Barcellona.
AAVV, Il movimento beghinale ieri e oggi, testi in varie lingue presentati il 23/08/2017 nel quadro del congresso internazionale in occasione del 750° anniversario del beghinaggio di Breda
BBC (radio Four) presenta un podcast di circa un’ora dedicato a Julian di Norwich, basato su diverse interviste di esperti/e https://www.bbc.co.uk/programmes/m001rgs4 (segnalato da Graham Keen)
I Canti di Hadewijch, presentazione dell’edizione integrale dei canti, curata da Francesca Barresi, con la presenza del gruppo di musica medioevale Murmur Mori, Fondazione Lercaro, Bologna, 16 gennaio 2024 https://www.youtube.com/watch?v=pNrrPEJI_uc
L’identità delle beghine storiche presentazione di circa 30 minuti realizzata da Silvana Panciera, il 10 giugno 2023 presso Il giardino delle beghine di Mantova per precisare i tratti identitari delle beghine storiche https://youtu.be/yB95Y5ceq1E
Le beghine- Incontro con Adriana Valerio e Silvana Panciera,
organizzato da Gabrielli Editori il 19 ottobre 2022, https://youtu.be/ncAzHaDCSYQ
Articoli e libri in ordine alfabetico per autore. Se al titolo è collegato un link, ciò significa che una breve sintesi o il testo stesso sono disponibili.
Potete anche voi collaborare per rendere questa lista più completa, inviando ulteriori riferimenti bibliografici a : info@beguines.info
AAVV, Béguines et béguinages, Archives générales du Royaume, dossier éducatif, 1ère série n.12, Bruxelles, 1994
AAVV, sous la direction d’A.Vauchez, Histoire du chistianisme, Tome 5, Desclée de Brouwer,Paris, 1993
AAVV, Trésors des béguinages, Snoeck-Ducaju et fils, Gand, 1961
AAVV, Un monde de femmes indépendantes. Du XIIe siècle à nos jours. Les béguinages flamands, Guide Luciole pour voyageurs intelligents, Riverside, 2003
AAVV, Het geschrevene blijft. Het archief van het Begijnhof Breda, Begijnhof Breda 2017
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Verso la fine del XII° secolo appare un fatto inedito: delle donne cominciano ad esistere senza essere né mogli né monache. Sono vicine di casa o abitano nella stessa casa o in casette a schiera in una stessa via. Altre sono eremite vicino a una chiesa, altre vivono presso dei malati, altre ancora, sole o in gruppo, vicino a un convento maschile. Oppure, soprattutto se povere, scelgono una vita apostolica errante, pregando e mendicando al grido di “un pane per l’amor di Dio”.
Nasce così, con una molteplicità di forme, il movimento delle beghine che ha però dappertutto lo stesso scopo: vivere in ambiente urbano, ma ritirate, una vita di perfezione basata sulla preghiera, il lavoro santificato, il servizio ai bisognosi, la vita comunitaria e la ricerca mistica, anche con forme di ascetismo.
L’esperienza beghinale é un originale mixer di elementi laici : individualità, indipendenza istituzionale, lavoro retribuito e di elementi religiosi : vita consacrata ma con voti revocabili, preghiera intensa, servizio ai bisognosi e ricerca mistica.
Il primo gruppo di beghine storicamente documentato si sviluppa intorno a Marie d’Oignies ( vissuta tra il 1177e il 1213), la quale dopo aver per 12 anni curato dei lebbrosi insieme al marito si ritira nel 1207 a vita beghinale a Oignies, nell’Hainaut, provincia del Belgio. Un altro gruppo si forma grazie al prelato Lambert le Bègue che un po’ prima della sua morte, avvenuta a Liegi nel 1187, aveva fatto costruire alcune casettine intorno alla chiesa di San Christophe per accogliervi delle donne desiderose di vivere in disparte del mondo. Si sa anche dell’esistenza a Nivelles a partire dal 1208 di un gruppo di donne che si consacravano alla preghiera e alla carità.
L’aumento considerevole del loro numero, le peripezie per le donne di una vita errante e le pressioni ecclesiastiche per una collocazione protetta portano alla creazione dei beghinaggi, quadrilateri di casette individuali cintati da mura, che acquisiscono poi lo statuto di parrocchie. Il movimento ha la sua massima espansione nel XIII° secolo e a partire dalla sua seconda metà si sviluppa soprattutto nei beghinaggi.
Una tale diversità e l’assenza di una struttura centralizzata rendono difficile la quantificazione del numero delle beghine : si sa, da una lettera del papa Giovanni XXII° al vescovo di Strasburgo, che nel 1321, circa 200.000 beghine vivono nella sola Germania occidentale. Nel 1372, 1300 beghine vivono a Bruxelles, più del 4% degli allora 30.000 abitanti. Si é parlato di circa un milione di beghine in Europa al momento della loro massima espansione, ma questo dato resta solo una stima non documentata.
Il movimento beghinale non ha un’origine precisa e non ha neppure una fondatrice. Si é cercato nel XVII° secolo di identificarla in Santa Begga ma il tentativo fu rapidamente accantonato in quanto Begga, sorella della badessa Gertrude di Nivelles, morì ben prima, precisamente nel 693. Senza fondatrice, senza origine precisa, il movimento beghinale é anche senza regola unica, visto che ogni beghinaggio dispone della sua propria regola. E non da ultimo, il movimento beghinale é anche senza una storiografia codificata, il che spiega in parte la sua scarsa visibilità storica.
Queste donne semi religiose, sono chiamate con nomi diversi secondo i diversi paesi di residenza. Jacques de Vitry in uno dei sui sermoni, scritti tra il 1229 e il 1240, ce li enumera
in Latino MULIER RELIGIOSA
In Francese PAPELARDE
In Lombardo HUMILIATA
n Toscano BIZZOCA
In Tedesco COQUENNUNNE
In Fiammingo BEGIJN
L’origine del nome fiammingo é incerta.
Forse é una corruzione filologica del termine « albigesi », oppure deriva dal colore dell’abito « beige » o ancora dal vecchio tedesco « beggen, beggan » : pregare, o dal vecchio francese « begart » : sciorinare preghiere o infine dal celtico, in francese, « bègue-béguelle » : sempliciotto, bigotto.
Il movimento beghinale include anche degli uomini, i begardi. Come le beghine, anch’essi non sono legati da voti definitivi, non hanno una regola unica e i membri di una comunità sono soggetti soltanto al loro superiore locale; ma diversamente da esse, i begardi non hanno proprietà privata. I fratelli dello stesso convento fanno borsa comune, dimorano insieme sotto lo stesso tetto e mangiano alla stessa mensa. In genere, sono di umili origini: tessitori, tintori e cosi’ via e per questa ragione intimamente collegati alle corporazioni dei mestieri. Sappiamo persino che nessun uomo poteva essere ammesso al convento dei begardi a Bruxelles se non fosse stato membro della Compagnia dei tessitori e questo con ogni probabilità non fu il solo caso. I begardi sono spesso uomini colpiti dalla sorte. Uomini sopravvissuti ai loro amici o i cui legami famigliari sono stati infranti da un infausto evento e che, per ragioni di salute cagionevole o di età avanzata o forse a causa di un incidente, non possono vivere soli.
Il priodo di grande fervore religioso che vede nascere il movimento beghinale, é lo stesso degli ordini mendicanti (francescano e domenicano) e di un folto numero di movimenti qualificati di eretici ( Apostolici, Albigesi, Catari, Liberi spiriti, Poveri volontari….) violentemente repressi dalla Chiesa. Il movimento beghinale è anch’esso considerato sospetto e in odore di eresia. Grazie all’intervento attivo di alcuni prelati si ottennero nel XIII° secolo due Bolle papali di protezione delle beghine per alcune diocesi dell’ attuale Belgio (Bolla di Gregorio IX nel 1233 e di Urbano IV nel 1269), ma la repressione proseguendo altrove, le beghine tedesche, francesi, italiane e altre resistettero con fatica.
L’Inquisizione creata nel 1231 condanna al rogo anche le beghine. Tra esse, Lutgarde di Treviri nel 1231, Aleydis di Cambrai nel 1236, Marguerite Porete nel 1310 e Mezza Von Westenhove nel 1366. Il Sinodo di Vienne (1311-1312) condanna il movimento beghinale come eretico, ma questa condanna è mitigata da due bolle papali : la prima di Giovanni XXII nel 1319 per le beghine del Brabante e nel 1343 quella di Clemente VI per le beghine olandesi.
Perseguitate, sottomesse a procedure inquisitoriali, spesso spogliate dei loro beni,, addirittura obbligate a chiudere le loro istituzioni, solo le beghine dei Paesi Bassi possono proseguire senza troppe aggressioni, ma il clima è dappertutto di sospetto e di stretta osservanza all’autorita. Tempi difficili in cui le nuove costruzioni , come il beghinaggio di Hoogstraten (B) nel 1380, sono estremamente rare. La repressione durò fino a che furono tutte trasferite in comunita chiuse e ben ordinate. I begardi più ostinati , furono più volte condannati a livello locale e chiusero la loro vicenda con l’estinguersi del Medio Evo.
La crisi della Riforma nei Paesi Bassi settentrionali passati al Calvinismo fa sparire tutti i beghinaggi, eccetto ad Amsterdam e a Breda. Nei Paesi Bassi meriodionali, il movimento riprende fiato, ma su di lui aleggia la Contro Riforma, che richiede una ancor piu accentuata tutela dei direttori spirituali e una piu severa clausura.
Il governo austriaco che con la pace di Utrecht (1713) ottiene il governo di questi territori non incoraggia il movimento anzi gli mette una serie di ostacoli – permessi e tasse – che obbligano le beghine a vendite forzate e a basso prezo dei beghinaggi. Infine l’occupazione francese nel 1795 ne incamera i beni e ne accetta l’esistenza solo in quanto servizio assistenziale. Nel 1824 le beghine riottengono il porto dell’abito, ma non ottengono però i loro beni, e per un certo periodo sono vietate anche nuove professioni.
Nonostante ciò, nel 1896 vivono in Belgio 1230 beghine, nel 1960 ne vivono ancora 600 in 11 beghinaggi, ma alla fine del secolo se ne possono contare solo sulle dita di due mani. L’ultima beghina al mondo, Marcella Pattijn, (1920- 2013), muore domenica 14 Aprile 2013 a Kortrijck nella casa per anziani Sint-Jozef dove si era trasferita dopo aver abitato nel beghinaggio di Kortrijck dal 1960 al 2005.
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