Caterina da BOLOGNA (1413-1463)

Caterina da Bologna, ICONE SACRE MIRABILE – WordPress.com

Fin da piccola viene educata a Bologna dalla madre e da parenti, per via delle molte assenze del padre, un importante giurista di Ferrara, il quale vuole che impari anche il latino. Nel 1424, all’età di 11 anni, Caterina entra alla corte estense come damigella di compagnia di Margherita d’Este, figlia naturale di Niccolò III. Riceve l’educazione propria del tempo: studia musica, pittura, danza, impara a comporre poemi e diventa esperta nell’arte della miniatura e della copiatura. Nel 1427 lascia la corte estense e si unisce a un gruppo di giovani di famiglie gentilizie che facevano vita in comune, intenzionate inizialmente a seguire la spiritualità agostiniana. Nel 1432 professa con le compagne la regola di Santa Chiara, approvata da papa Innocenzo IV, e dà inizio alla vita claustrale francescana nel monastero del Corpus Domini. (wikipedia)

« A 13 anni entra a far parte della comunità femminile del Corpus Domini di Ferrara proprio nel periodo in cui il vescovo cercava di imporre una normalizzazione facendo accettare la regola agostiniana. Qualche tempo dopo l’arrivo di Caterina, invece, la comunità optò per la regola delle Clarisse. […] Nel 1456 i superiori dell’ordine decisero di aprire a Bologna una comunità analoga a quella ferrarese, e, a Caterina, fu affidato il compito di fondarla e dirigerla […] A Bologna, Caterina riprese l’antica abitudine di rallegrare le consorelle con versi di intensa passione religiosa, composti e cantati per loro, ispirandosi alla produzione poetica dell’amor cortese…A lei dobbiamo una delle più dolci e struggenti celebrazioni del matrimonio mistico. Caterina ha narrato in uno scritto, Le sette armi spirituali, consegnato al suo confessore poco prima di morire, la sua intensa esperienza mistica”.(Lucetta Scaraffia,  p.25-26)
Caterina e la sua iniziale comunità « di giovani che facevano vita comune » furono in seguito, come molte altre iniziative femminili che volevano scegliere una via religiosa laica, furono obbligate ad adottare una regola ufficiale e spesso la clausura. Il testo di Lucetta Scaraffia lascia intravvedere questo dissidio che portò alla trasformazione del movimento beghinale in Italia.

Sources : Wikipedia et Lucetta Scaraffia, Spose di Dio, in Ruha, Il femminile di Dio, Piccola biblioteca mille lire

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