Fa parte del Terz’Ordine francescano secolare, di cui alcuni le attribuiscono persino un ruolo nella sua espansione. La sua storia potrebbe anche essere quella di una beghina che cercò nel Terz’Ordine un rifugio istituzionale in armonia con le sue scelte di vita penitente e povera, considerando l’allora impossibilità di avere un altro statuto religioso e laico al medesimo tempo. Di umili origini, rimane presto orfana di madre e dall’età di diciassette anni vive more uxorio con un ricco mercante di Montepulciano, Arsenio (identificato con Raniero del Pecora, dei signori di Valiano), dal quale ha anche un figlio. La coppia passava molto tempo in una residenza di caccia, appartenente alla famiglia del Pecora, sulle colline al confine tra Umbria e Toscana,. Nel 1273,durante una battuta di caccia, Arsenio viene aggredito e assassinato a causa delle faide guelfoghibelline dell’epoca. Margherita, secondo la leggenda, trova il corpo dell’amante seguendo a piedi il suo cane. Scacciata col figlio dai famigliari di Arsenio, rifiutata dal padre e dalla sua nuova moglie, si avvicina ai francescani di Cortona, in particolare ai frati Giovanni da Castiglione e Giunta Bevegnati, suoi direttori spirituali e poi biografi. Affida la cura del figlio ai frati minori di Arezzo e nel 1277 diviene terziaria francescana, dedicandosi esclusivamente alla preghiera e alle opere di carità.
La sua spiritualità pone un’attenzione particolare alla Passione di Cristo, in linea con quanto vissero Francesco d’Assisi e Angela da Foligno. Margherita visse numerose crisi mistiche e visioni. Diede vita ad una congregazione di terziarie, dette le Poverelle; fondò nel 1278 un ospedale pressola chiesa di San Basilio e formò la Confraternita di Santa Maria della Misericordia, per le dame che intendevano assistere i poveri ed i malati. Donna mistica, ma anche di azione, coraggiosa,ricercata per i suoi consigli, fu attenta alla vita pubblica e, nelle contese tra guelfi e ghibellini, fu operatrice di pace. La biografia redatta dal suo confessore frà Giunta Bevegnati, con i racconti dellenumerose estasi e visioni di Margherita, ha contribuito a renderla una delle sante più popolari dell’Italia centrale. Il suo corpo è conservato a Cortona, nella basilica a lei dedicata, in un’urna collocata sopra l’altare maggiore. Onorata come beata sin dalla morte, Innocenzo X ne approvò il culto il 17 marzo 1653, ma fu canonizzata soltantoil 16 maggio 1728 da Benedetto XIII con l’appellativo di Nova Magdalena. (Fonte : wikipedia)
Mario Sensi ricorda che Margherita volle essere semplicemente chiamata “devota mulier” , appunto bizzoca, prendendo con ciò le distanze dagli Ordini mendicanti: questo appellativo “Sancta Margarita devota mulier” compare sulla fronte del sarcofago dove giace la Santa, nella pala del Duomo di Cortona, opera commissionata dalle sue devote a pochi anni dalla morte. (Sensi Mario, Storie di bizzoche tra Umbria e Marche, prefazione di Romana Guarnieri, Edizioni di storia e letteratura, Roma, 1995)