In Italia

Tre esperienze molto diverse e molto significative si affacciano nel paesaggio italiano.

Ivana Ceresa
(1942-2009)

La Sororità nasce nel 1996 a Mantova  intorno alla carismatica figura della teologa Ivana Ceresa (1942-2009) che col suo libro “Dire Dio al femminile” scuote la coscienza di molte donne e le invita ad affermare “l’ordine simbolico femminile” sia in seno alla Chiesa che alla società. L’ispirazione che le beghine rappresentano per Ivana e le sue “sorelle” è ben affermata già nell’introduzione della Regola dell’Ordine della Sororità in cui viene fatta esplicita menzione alle Beghine del Nord. La Regola sarà approvata nel 2002 dall’allora vescovo di Mantova Mgr Egidio Caporello. Questo riconoscimento ecclesiastico fu fortemente voluto “non per esistere, ma per partorire la chiesa al femminile, allorché per il momento è ancora accaparrata dall’ordine simbolico maschile”. La Regola è laica e preconizza anche la presenza di donne senza o con altre fedi e religioni. Attualmente, la Sororità riunisce una quarantina di donne, socialmente e culturalmente affermate, all’interno di cinque unità territoriali in Mantova e provincia (2 a Mantova, 1 a Ostiglia, 1 a Asola e 1 a Grazie) e un’unità a Milano. Tra esse ricordiamo l’artista Monica Palma che ha realizzato una trilogia teatrale delle opere di Mechthild di Magdeburg, Hadewijch e Marguerite Porete e l’iconografa Martina Bugada che ne ha “scritto” le rispettive tre icone. Le “sorelle” della Sororità sono generalmente sposate, madri e nonne. Queste donne dai molteplici impegni si confrontato e si aiutano ad essere fermenti “nella Chiesa e nella società” dell’ordine simbolico femminile attraverso il loro modo di essere nel mondo e la qualità del loro impegno.  Sito web: https://www.ordinedellasororita.it

Icone: Dans le jardin des béguines
by Martina Bugada

Nell’ottobre 2018 la Sororità dà vita a una nuova associazione di volontariato: Nel giardino delle beghine, con una sua propria sede offerta in comodato gratuito dalla congregazione delle “Piccole figlie di Maria Santissima incoronata” (via Dugoni, 12 – Mantova) .  Nel giardino delle beghine vuole essere un luogo di incontro e di sostegno per tutte le donne, di ogni credo e cultura, che cercano di agire per la difesa e la promozione delle donne. Lo strumento prioritario saranno le relazioni umane, come presupposto per la costruzione di una umanità di giustizia, anche di genere, e di sororità, promuovendo così anche un nuovo ordine simbolico femminile. L’associazione ha un suo sito web https://nelgiardinodellebeghine.it/ e un suo canale Youtube dove vengono presentati i diversi incontri realizzati. Per contatti : nelgiardinodellebeghine@gmail.com

Il 22 ottobre 2022, Nel giardino delle Beghine ha organizzato un importante convegno incentrato sulla figura di Romana Guarnieri, in seguito al quale verrà affrontanto nell’Associazione anche l tema “essere beghina oggi”. Programma: E i libri e le anime.

Anna Maria Fiorelli Lapini
(1809-1860)

Le nuove beghine nei quartieri popolari.
Sulla scia del concilio Vaticano II, negli anni 80, 20 religiose della congregazione detta delle Stimmatine, fondata da Anna Fiorelli (1809-1860), si installano nelle periferie urbane degradate là dove “le stimmate del nostro tempo sono drammaticamente aperte”. Nascono dunque diverse comunità di vita: 3 nella periferia di Napoli, 1 in Calabria e 3 a Roma. Delle tre romane, la più conosciuta è quella insediatasi nel tristemente famoso quartiere di Tor Bella Monaca: un ghetto di squallidi condomini i cui alloggi sono attribuiti dal Comune solo a famiglie povere. Qui grazie a un paziente e tenace impegno di ogni giorno svolto fin dal 1986 da Maria Leporini e Tilde Silvestri, si forma una comunità popolare e nasce l’associazione EUTOPIA (etimologicamente “il buon luogo”) la quale vuole dare voce e spazio alla resilienza dei poveri e alla loro capacità di auto-liberazione. La resilienza è questa potente capacità di reagire alle avversità, una forza di autoriparazione capace di riorganizzare positivamente la propria vita, malgrado le situazioni difficile che la farebbero precipitare nella negatività.
Non più sostenute dalla loro casa-madre che richiede loro di reintegrare i conventi, per fedeltà al Cristo e alla loro fondatrice, queste donne coraggiose decidono di continuare a vivere là dove la loro vocazione le aveva portate, cioè nelle periferie urbane degradate. Dopo una spossante negoziazione durata 6 anni, vengono “scomunicate” dalla loro congregazione attraverso un decreto formale della Santa-Sede che nel 2009 comunica loro la cessazione del legame istituzionale. Da allora, esse si definiscono come “nuove beghine, donne libere e impegnate a costruire la fraternità nel solco evangelico e francescano”.

Fonti
-I miei personali contatti con le donne coinvolte in queste due esperienze
– Metter in ordine la differenza: l’esperienza della Sororità di Mantova, http://www.iaphitalia.org/images/sororita.pdf
– Le relazioni di Martina Bugada e Tilde Silvestri nel quadro del convegno “Beghine e Bizzoche in Italia: ieri e oggi”, Gargnano, 2016
– A cura di Adriana Sbrogiò e Marco Cazzaniga, Le nuove beghine, Identità e differenza, Spinea (VE), 2014

 

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