Marguerite PORETE (+1310)

Marguerite Porete, Icona by Martina Bugada

Nata nell’ Hainaut (Francia del Nord) intorno al 1250, questa mistica di grande formazione intellettuale nel 1290 scrive  “Lo specchio delle anime semplici e annichilite che solo dimorano in volere e desiderio di amore.” Il testo circola rapidamente in ​​Francia tra le contemplative. Lo specchio viene condannato una prima volta -tra il 1300 e il 1306- da Gui Colmieu, vescovo di Cambrai, bruciato nella piazza di Valenciennes e ne viene vietata la lettura sotto pena di scomunica. Il vescovo successivo, Philippe de Marigny, le rende la vita ancora più difficile: Marguerite viene citata in giudizio per un secondo processo e poi consegnata al tribunale dell’Inquisizione. Da sempre braccata dalle gerarchie, Marguerite viene imprigionata per più di un anno (il tempo concesso dall’Inquisizione per la riflessione). Lei non schiva il conflitto e rimane coerente fino alla morte.  Rifiuta di pronunciare il giuramento di “verità” davanti al tribunale dell’Inquisizione, considerando che non può dare la sua garanzia a un’istituzione iniqua. Rifiuta anche di ricevere assoluzione sacramentale per colpe che ritiene non aver commesso.
Marguerite è messo al rogo a Parigi alla Place de Grève – oggi Place de l’Hotel de Villa – il 1 giugno 1310, dopo un processo spettacolare di 21 teologi riuniti sotto la presidenza di Guglielmo di Parigi. Guillaume è il confessore di Filippo il Bello, il despota monarca che ha anche eliminato i Cavalieri Templari.
Una folla enorme e le più alte autorità civili ed ecclesiastiche assistono al suo martirio. La gente comune è completamente scossa dalla nobiltà di questa donna che va al rogo “per onestà dell’amore”.
Lo Specchio” è stato il motivo della sua condanna da parte di un gruppo di teologi inquieti che si sono basati su citazioni (15 proposte “male sonantes”) estrapolate dal contesto e considerate eretiche. Il libro è concepito come un dialogo tra Amore e Ragione, quest’ultima sempre in stato di default. L’originale in lingua piccarda fu perduto; sopravvisse una versione in lingua vernacolare francese del XV secolo che fu poi utilizzata per le traduzioni in inglese, italiano e latino.
Scrive Luc Richir: “Il genio di Marguerite è stato quello di applicare lo spirito dell’erotismo provenzale al regno della spiritualità. Trasferimento riuscito quando il rapporto anima Dio si basa sul “puro amore” e non sull’obbedienza alle virtù. Dio è Amore e l’Amore è Dio, è scritto nello Specchio. L’amore non desidera altro che l’annullamento, l’annientamento della volontà dell’anima in favore della volontà divina. Il tema non è originale. Lo è molto di più il percorso seguito verso la volontà infinita: il “niente volere“. (Luc Richir, supplemento alla vita, 4 marzo 2004) Per secoli, si è creduto che il lavoro fosse andato perso. È la storica Romana Guarnieri che lo trova nel 1946 nel Fondo della Biblioteca Vaticana, ne identifica l’autrice e lo pubblica per la prima volta nel 1962 con i suoi commenti critici. Padre Paul Verdeyen ha pubblicato questo trattato in latino traducendo i testi dell’Inquisizione e il Corpus Christianorum in fiammingo.

Riposo in pace completamente, da sola, ridotta al nulla, tutto per la cortesia della sola bontà di Dio, senza una sola volontà di farmi muovere, qualunque sia la sua ricchezza. Il risultato del mio lavoro è sempre non voler nulla. Finché non voglio nulla, sono solo in lui, senza di me, e tutto liberata; mentre se voglio qualcosa, sono con me, e così perdo la mia libertà. E se non voglio niente, se ho perso tutta la mia volontà, non mi manca nulla: la mia condotta è libera, e non voglio nulla da nessuno. Quando non voglio niente e ho perso tutto per mia volontà, allora non mi manca nulla; il mio mantenimento è gratuito. Non voglio niente da nessuno“(Specchio delle anime semplice e annichilite)

Lo storico Lemmens sottolinea i diversi pareri degli esperti sulla figura di Marguerite, che probabilmente beghina, non di meno era una beghina a-tipica. Ne fa fede il testo dello specchio in cui ella scrive:
“Amico, che diranno le beghine e la gente di religione
quando udranno l’eccellenza della nostra divina canzone ?
Le beghine dicono che erro, e preti, chierici e predicatori,
agostiniani, carmelitani e i frati minori
per ciò che scrivo dello stato dell’Amore nobilitato
”. (Specchio, cap.122, 88-89)

Era una beghina isolata, errante, o viveva nel beghinaggio di Valenciennes preposto al  servizio dell’ospedale di St. Elizabeth? Sappiamo che ha operato a Valenciennes, in Lorena e nel vescovato di Reims e anche a Parigi. Il suo libro fu persino introdotto alla corte di Londra da persone al seguito della regina. A volte considerata come appartenente ai Fratelli e Sorelle del Libero Spirito, sembra però che lei non ne abbia mai fatto parte. (Lemmens, 112).
Simone Weil nei suoi Cahiers cita alcuni frasi del Miroir, senza ancora conoscere l’autore che fu a lungo considerato essere un mistico francese.

Fonti:
Dufrasne Dieudonné, Donne moderne del Medioevo, Jacabook, 2009
Leloup Jean-Yves, Les dits de la femme qui brûle, éd. Almora, 2018
Lemmens Joseph, Une révolution du monachisme en Belgique, XIIIe-XVIIe siècles, Le cri histoire, Bruxelles, 2009, (chpitre IV : les Béguines et les Beguins)
Panciera Silvana, Marguerite Porete, un’eretica da santificare, in Appunti di viaggio, n.129, novembre-dicembre 2013
Porete Marguerite, Lo specchio delle anime semplici, traduzione di Giovanna Fozzer e contributi di Romana Guarneri e Marco Vannini, Ed. San Paolo, 1994
Richir Luc, Marguerite Porete. Une âme au travail de l’Un , Ed.OUSIA, Bruxelles, 2002

 

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