Cecilia FERRAZZI (1609 – 1684)

Cecilia Ferrazzi, copertina del libro “Autobiography of an Aspiring Saint”, Edited and Translated by Anne Jacobson Schutte https://www.press.uchicago.edu/ucp/books/book/chicago/A/bo3619422.html

È stata una mistica e promotrice di attività assistenziali, condannata dall’Inquisizione per finzione di santità.
Nata a Venezia, figlia di un artigiano (fabbricante di casse) benestante, manifesta precocemente segni di inclinazioni religiose. Dopo la nascita di una nuova figlia femmina nel 1623, i suoi genitori acconsentono alla sua volontà di entrare in convento, ma la morte di questi ultimi durante la grande peste del 1630 fa fallire il progetto. Cecilia vive allora per alcuni anni in casa di protettori laici, continuando a manifestare i segni della sua vocazione, accompagnati da estasi e visioni.
Il suo confessore, il padre carmelitano Bonaventura Pinzoni, si convinse che la donna fosse destinata a un futuro di santità, mentre il vicario patriarcale Giorgio Polacco era piuttosto dell’opinione che fosse posseduta dal demonio. Infine Cecilia trova ospitalità presso la casa carmelitana di Santa Teresa (fondata da sua sorella Maria). Negli anni quaranta comincia a dedicarsi a dare accoglienza a giovani donne in situazioni difficili, perlopiù ragazze abbandonate e orfane (“putte pericolanti”). La nuova attività ha particolare successo e trova protettori e finanziatori in autorevoli membri del patriziato: nel 1658 il patrizio Francesco Vendramin acquista per l’istituto della Ferrazzi un palazzo a Sant’Antonio di Castello e la nuova casa arriva ad ospitare fino a trecento ragazze.
Verso la fine del 1663, tuttavia, Cecilia è denunciata e nel giugno 1664 arrestata per ordine dell’inquisitore Agapito Ugoni. Sottoposta a processo per finzione di santità, è condannata il 1° settembre 1665 a sette anni di carcere. Nel 1667 la pena è commutata nella residenza forzata a Padova, garante il cardinale Gregorio Barbarigo, e nel gennaio 1669 Cecilia riottiene la piena libertà, anche e soprattutto grazie alle pressioni dei suoi protettori e ad un intervento del doge di Venezia Domenico Contarini sulla Congregazione del Sant’Uffizio. Visse in relativa tranquillità gli ultimi anni della sua vita, morendo a Venezia il 17 gennaio 1684.
Dopo il suo arresto la casa da lei fondata era stata affidata alle cappuccine e sopravvive ancora oggi come ente laico (Istituto professionale femminile “Vendramin Corner”)”.
Fonte: http://www.ereticopedia.org/cecilia-ferrazzi et wikipedia.

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