BLOEMARDINNE (+ 1336)

Statua di Bloemardinne sul municipio di Bruxelles, opera dello scultore Désiré Weygers

Lo storico Lemmens lo include tra le grandi figure dello Spirito Libero e così scrive su di lei:”Bloemardine (Heilwege Blommaert) di Bruxelles (+1336). Probabilmente apparteneva alle classi superiori, possedeva diverse case, viveva, si pensa, vicino alla chiesa di Santa Gudula e sarebbe stata vicina di casa di Ruusbroeck. Prestava denaro a molti ecclesiastici, inclusi i canonici del Capitolo. Alcuni sacerdoti la consideravano “mulier religiosa”, ma non visse mai in un beghinaggio. Personalità oscura e confusa, appassionatamente eloquente, apparteneva alla corrente mistica del tredicesimo secolo, ma riprese più o meno le idee di Marguerite Porete. Anche lei pensava che l’uomo potesse raggiungere uno stato in cui sia il peccato sia lo sviluppo morale diventavano impossibili, e che in completa passività davanti a Dio, egli poteva soddisfare tutte le sue passioni, anche le più vergognose. Le fu attribuita un’abbondante letteratura in cui riecheggiavano le tendenze panteistiche dei Fratelli dello Spirito Libero. Lei stessa sembra aver creduto sinceramente nelle sue teorie e non si considerava eretica. Aveva potenti protettori nelle classi superiori di Bruxelles e nel ducato del Brabante; molti seguaci la veneravano e tra questi la moglie del duca di Brabante Giovanni III, Maria di Evreux a cui lasciò come reliquia, dopo la sua morte, il sedile d’argento su cui sedeva per scrivere e insegnare. Le si attribuisce la fondazione dell’Ospedale della Trinità a Bruxelles, che il Capitolo di St. Gudula rifiutò di riconoscere per cinque anni”. (p.112-113)

Alcuni autori, come il qui citato Lemmens, la identificano, ma altri no, in Heilwige Bloemard, figlia di  un assessore e pia beghina di Bruxelles, che aveva fondato un ospizio nel quale lei sessa si occupava degli ammalati.
L’influenza di Bloemardine fu considerevole. Molti dei suoi seguaci le attribuivano miracoli. In riconoscimento, gli offrirono un sedile d’argento. Questa sedia da cerimonia è stata a lungo conservata nel tesoro della Corte di Bruxelles
In Le Monde des religions di luglio-agosto 2017, Audrey Fella scrive che si prodigava per i diseredati e che aveva fondato una casa per anziani, da cui la sua grande reputazione nella popolazione di Bruxelles. Di storicamente certo c’è l’accusa a lei rivolta da Henri Pomerius, biografo di Ruusbroeck, che riferisce che ella aveva scritto “sullo spirito della libertà e su un certo amore empio e voluttuoso che lei chiamava serafico“. La tassò come “donna perversa … venerata da una moltitudine di discepoli che seguivano le sue opinioni, era seduta su una sedia d’argento, insegnando e scrivendo“. Inoltre era stata fortemente contrastata da Ruusbroeck (1293-1381), nel suo libro Il regno degli amanti di Dio. Egli era il suo avversario più virulento. Fece bruciare gli scritti di Bloemardine, pare con grande dispiacere degli abitanti di Bruxelles. Ma queste controverse non sono accertate dato che nessuno suo scritto ci è pervenuto. Alla sua morte il sedile fu dato alla duchessa del Brabante, Maria d’ Evreux e l‘ospizio fu ripreso  nel 1371 dal Capitolo di St. Gudula, per il quale la sua fondatrice era “degna di lode e dedicata a Cristo” (p. 33)

Un’effigie di Bloemardine è nel deambulatorio della chiesa di St. Gudula, questa volta sotto forma di una piccola testa – simboleggiante l’eresia – schiacciata dal tallone furente di Jan Ruusbroeck. Intorno al 1900, l’amministrazione comunale di Bruxelles si impegnò a decorare la facciata  principale e quelle laterali. Un esercito di statue vi trovarono posto. Tra queste, la statua di Bloemardine, che si trova in rue de la Tête d’Or, al 2 ° piano, a destra nella finestra centrale. Sulla base ci sono due angeli che portano il sedile d’argento. Nel 1975, delle femministe di Bruxelles del movimento “porta aperta” hanno celebrato il 640° anniversario della morte di Bloemardine ponendo dei fiori ai piedi del muro del Municipio e apponendo uno striscione in suo omaggio, dichiarandola “la prima femminista Bruxelles”. (Ghislaine Verlacht, À la recherche des dames de jadis…au coeur de Bruxelles, groupe Changeons les livres )

Fonti:
Lemmens Joseph, Une révolution du monachisme en Belgique, XIIIe-XVIIe siècles, Le cri histoire, Bruxelles, 2009, (chpitre IV : les Béguines et les Beguins)
Audrey Fella, Le monde des religions de juillet-aout 2017
Ghislaine Verlacht, A la recherche des dames de jadis…au coeur de Bruxelles, groupe Changeons les livres

 

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